La famiglia cooperativa appartiene al settore della cooperazione di consumo trentina e opera attraverso una rete di dodici negozi attiva in Valle di Rabbi, nella bassa e nell'alta Valle di Sole e in Val di Peio. La Società attuale è il frutto di un percorso di fusioni, conclusosi nel 2015, che ha interessato ben otto distinte famiglie cooperative: Celledizzo (atto costitutivo 1895); Caldes (1900); Terzolas (1901); Piazzola di Rabbi (1910); San Bernardo di Rabbi (1911); Vermiglio (1920); Pracorno di Rabbi (1921), Cogolo (1948).

Le cooperative di consumo (solo in Trentino presero il nome di Famiglie Cooperative…un nome, un programma, si potrebbe dire) nacquero tra fine '800 e gli inizi del '900 sulla spinta del clero di campagna che, convinto sostenitore del modello Raiffeisen, esercitò la propria forza persuasiva vincendo la diffidenza e le ritrosie delle popolazioni rurali verso la "novità cooperativa". Un contesto economico e sociale assolutamente difficile che vide nel fenomeno dell'emigrazione il tentativo di trovare una risposta alla precarietà dell'esistenza delle masse contadine. I sacerdoti seppero interpretare i bisogni e i disagi di molte famiglie essendo immersi nelle stesse difficoltà quotidiane e iniziarono a diffondere i principi cooperativi attraverso pubblicazioni, articoli e dibattiti che intendevano mettere a fuoco gli obiettivi, lo spirito e i vantaggi dell'agire mutualistico. Fu proprio la caparbietà di un curato di campagna, don Lorenzo Guetti, considerato il padre della cooperazione trentina, a portare alla costituzione della prima "Società cooperativa rurale di smercio e consumo" di Santa Croce nel Bleggio nel 1890. La cooperativa favoriva l'approvvigionamento di scorte agrarie e beni di consumo a condizioni particolarmente vantaggiose e organizzava in comune lo smercio di prodotti locali conferiti dai soci. Di lì a poco le famiglie cooperative si diffusero in tutte le vallate del Trentino, nonostante le difficoltà e gli intoppi, diventando strumento di emancipazione economica, sociale e culturale per le comunità di riferimento.

Queste le origini, questa la nostra storia comune, questa la responsabilità della Famiglia Cooperativa, oggi nel terzo millennio, di continuare ad essere motore di sviluppo per le comunità dove si è costituita oltre un secolo fa. È possibile? Certamente sì, a patto che siano ben definiti: IDENTITÀ e RUOLO - MISSION e VISIONE.

Identità e ruolo
È indispensabile una costante manutenzione, nel rispetto del nostro Statuto e della Carta dei Valori, il documento di riferimento etico della cooperazione, volta a non disperdere ma anzi a valorizzare la nostra distintività, per la quale lo scopo della Società non può essere il profitto bensì la mutualità. Di conseguenza il rapporto con il socio, proprietario della Famiglia Cooperativa, deve rientrare nel solco originario, quello della fiducia reciproca. Ridare centralità al socio attraverso strumenti concreti quali il ristorno, il prestito sociale, percorsi di formazione, la partecipazione democratica, vantaggi economici deve essere la stella polare che orienta l'attività della Famiglia Cooperativa.

Mission e visione
È necessario porsi l'obiettivo di essere una BUONA COOPERATIVA, una famiglia cooperativa in grado di essere impresa commerciale efficiente e competitiva e, contemporaneamente, di esercitare quella responsabilità sociale per la quale le nostre comunità possano trarre il maggior beneficio. In questo modo si consolida il capitale reputazionale della Società che viene riconosciuta quale partner per la costruzione di bene comune.

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Sede storica Famiglia Cooperativa di Caldes


Firma a libro soci